In un mondo sottosopra ci si deve aspettare di tutto: guidare sulla corsia sinistra, vedere centinaia di canguri e animali stranissimi, mangiare cibi improbabili, conoscere gente che proviene da tutto il mondo e sentirsi lontanissimi da casa.
Quello che non mi sarei mai aspettato era di assistere ad un battesimo in una chiesa cattolica a Wollongong e partecipare al rinfresco successivo.
Meta` messa in inglese e l`altra meta` in italiano. Trenta persone in tutto, il 90% delle quali di origine italiana. Guardarli era come tornare indietro nel tempo, abiti e pettinature che probabilmente si ispirano ad un Italia che non esiste piu`.
Dentro la chiesa questa grande concentrazione di una strana italianita`, fuori grandissime spiagge e un mondo che apparteneva agli Aborigeni e che di essi ha mantenuto il nome, Wollongong appunto.
Ma dove mi trovo esattamente sulla cartina? continuavo a domandarmi.
Un mappamondo sulla vetrata della chiesa riportava agli antipodi del globo Australia e Italia, senza niente nel mezzo, ma se mi fermavo a riflettere su quanti popoli stanno fra questi Paesi, e quante religioni...che confusione!
Avessi potuto soltanto assistere sarebbe stato pure piu` semplice. No, il padre del bambino, amico di Jason, mi ha chiesto se potevo scattare foto con la sua macchina digitale.
E quindi gran parte del battesimo in piedi, da una parte all`altra della chiesa a scattare foto per le quali sentivo responsabilita`: chi sa se anche questo bambino avra` occasione di rivederle tantissime volte come e` capitato a me?
Nessuna distanza tra i parenti del bambino e il prete: a battesimo celebrato il piccolo parroco (straordinariamente simile a Franco Battiato) si e` intrattenuto per le foto di rito chiamando lui stesso i parenti e gli amici, chi in italiano chi in inglese.
Il rinfresco e` stato veramente assurdo. Gente che si chiamava per nome con un accento perfetto italiano e poi proseguiva con un inglese che per la maggiorparte della loro vita e` stato prima lingua. A volte iniziavano discorsi in italiano e li finivano in inglese, o viceversa.
Alcuni mi facevano tenerezza. Non conoscono profondamente il loro Paese d`origine, e ogni tanto cadevano in clamorosi errori. Ricordo una Torino collocata vicino a Napoli, e una fierezza nel raccontare dell`acquisto di scarpe originali a 30 euro al paio in vera pelle...a Napoli!
L`italianita` era un po`, come dire, annacquata... Lasagne insipide e pizze senza storia lontane anni luce da quelle che in Italia ci sogneremmo di mangiare. Accanto ad esse Tachos e insalate fuori luogo per quella che e` la nostra cultura culinaria.
L`orgoglio del padrone di casa nel rifare un caffe` che aveva preparato per noi il ragazzo delle scarpe di Napoli era tutto da vedere...vedere questo personaggio con la faccia scavata, la pancetta e la tutina da casa tutto impettito nella sua fierezza e poi constatare che il caffe` era ancora un caffe` di bassa lega ha fatto molto ridere me e Jessica.
La testimonianza piu` straordinaria e` stata quella di una donna migrata da una terra che all`epoca ancora non era Italia: il Territorio Libero di Trieste.
Scappata dal pericolo del comunismo di Tito attraverso navi pagate dagli inglesi. Le lacrime agli occhi nel raccontare le tensioni di quel periodo. Un gran sorriso nel riportare i suoi ricordi di un Primo Carnera (campione mondiale di pugilato partorito da Trieste), che sua figlia credeva in piedi su un tavolo in mezzo alla folla della piazza principale e che invece era semplicemente tutto lui, nei suoi due metri e cinque centimetri.
E` stata un`esperienza stranissima devo ammettere, mi ha permesso ancora una volta di riflettere sui valori relativi della vita. Questa gente attraverso la cultura italiana cerca di mantenere le proprie radici per garantirsi un minimo di tranquillita` sul `` chi sono e da dove vengo``, domande alle quali non ci si riesce a sottrarre neppure quando dall`altra parte del mondo si trovano la pace, il benessere e un paesaggio fantastico.
Sincerely yours, Saggioman
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