giovedì 24 settembre 2009

Comprare le attese

So che ci si aspetterebbe che nel primo post scritto da Sydney vi parli di quanto sia stato bello ieri passeggiare per km nella spiaggia di Dee Why e inoltrarsi per qualche passo nella laguna separata dall'oceano solo da una lingua di sabbia , ma voglio stupirvi e parlarvi dell'insegnamento più grande di questo lungo viaggio aereo verso l'Australia.
Cosa fa una persona per trascorrere 5 ore nell'attesa del suo prossimo volo all'eaeroporto? Beh io mi sono imposto di trascorrere quelle ore a Heathrow senza spendere una sterlina; questo esperimento mi ha regalato diversi spunti di rilessione. Non sappiamo fare niente senza spendere, ciò si rende evidente quando siamo in situazioni in cui siamo messi di fronte alla nostra intrinseca solitudine. L'intrinseca solitudine nel quotidiano la si nasconde condividendo spazi con persone che in definitiva non conosciamo nemmeno. Ma quando oltre che naturalmente soli, siamo anche fisicamente soli, come nel mio lungo viaggio, scopriamo di non sapere avere a che fare con noi stessi senza spendere denaro. Così gli aeroporti sono pieni di cianfrusaglie inutili che le persone comprano per passare tempo, anche solo cinque minuti per non avere a che fare con un se stesso sempre più alieno. Si comprano bibite e non le si finisce nemmeno, si comprano cartoline che resteranno nelle borsette senza essere spedite, si spende 1 sterlina ogni dieci minuti di navigazione per stordirsi di internet e così via. Siamo stati istruiti a spendere e basta. Comprare un panino e una bibita sarebbe costato circa 7 sterline. Il panino l'ho portato da casa, pane fresco, prosciutto appena affettato e pomodori del mio orto. Sicuramente non ho fatto la figura del Lord, ma ho mangiato più sano e ho speso 70 cents al massimo. Non ho perso quel tempo in fila alla cassa che dà sollievo a tutti perchè sottrae dalla noia dello stare con noi stessi.
Non ho avuto nessun espediente, nessun ingresso in negozi, nessuna coda, niente cambio di denaro al bureau de change. Sono stato da solo e non mi sono annoiato! Ho visitato la sala multiconfessionale delle preghiere, con 4 musulmani che vi pregavano. Ho scrutato le facce che riempivano l'aeroporto per percepire la grande multietnia londinese. Ho notato come le persone corrono sempre, per un motivo o per l'altro sono sempre di fretta.
Ho iniziato a scrivere un diario di viaggio e ho letto un intero libro. In queste ore ho imparato un principio che per le successive 23 ore mi sarebbe stato fondamentale: chiamare le attese "attese" è sbagliato perchè ci porta a pensare che sia tempo buttato, che non vale la pena di vivere. L'attesa è un tempo precedente ad un evento finalmente importante, e durante quelle ore non si fa che pensare ad esso. Proiettandoci nel futuro viviamo male l'"attesa", e proviamo noia o altri sentimenti negativi. Considerando quel tempo inutile facciamo cose inutili e spendiamo denaro per guadagnare il quale sacrifichiamo le nostre vite. Così in questo viaggio ho dato importanza a ciascun momento, senza pensare quasi per niente al momento in cui avrei rimesso piede in Australia. Il tempo è trascorso intensamente e ciò mi ha permesso di vivere da solo un viaggio molto lungo in maniera ottimale.
Non spendere denaro all'aeroporto di Londra è stato solo un piccolo gioco, ma mi ha permesso di riflettere ancora una volta sul fatto che se non fuggiamo da noi stessi possiamo sempre migliorare, magari di poco, ma migliorare.

Sincerely yours, Saggioman

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