domenica 27 settembre 2009

Reincontrare Aaron e conoscere Bill

Oggi vi scrivo qualcosa che non e` ancora accaduto, ma che sta per accadere.
Tra poche ore usciro` con Aaron, un ragazzo che ho conosciuto qui nel 2008 e che lavorava con me in un hotel a Sydney. Domani, o al piu` tardi martedi` andro` a parlare con Bill sulle pachine di Manly Beach. Bill e Aaron sono persone speciali, quei personaggi che hanno vissuto davvero delle storie eccezionali perche` hanno saputo scegliere attivamente cosa fare nelle loro vite.
Aaron e` un ragazzo inglese sulla trentina. Dopo aver sofferto la morte del padre ha assistito lentamente alla malattia della madre, indebitandosi per delle cure che purtroppo sono state vane. Da un anno e mezzo vive in Australia per ricostruire una vita nuova e chiudere i conti con quella passata pagando i debiti contratti per le cure della madre. Ricordo che l`anno scorso faceva tre lavori e risparmiava il piu` possibile per inviare i soldi in Inghilterra ai creditori. E` stato un esempio di coraggio, di grinta e di positivita`, di come anche di fronte alle tragedie si possa ricominciare a vivere.
Tra poco dicevo, lo reincontrero`, saro` curioso di sapere come ha trascorso quest`anno e mezzo e vedere se la sua nuova vita gli sta regalando una tanto meritata serenita`.
Bill e` un pensionato californiano di 70 anni circa. Ho parlato oggi pomeriggio con lui perche` aveva affisso un cartello vicino ad una panchina: free english lessons in exchange of any other language. Ha vissuto meta` della sua vita in America e meta` in Europa e ora da 7 anni vive a Sydney, che lui ama definire ``la sala d`attesa verso la casa di San Pietro``.
Attraverso questo mutuo scambio di lingue parla ormai il francese, l`italiano, lo spagnolo, il portoghese, l`arabo, il cinese e Dio solo sa quante altre lingue.
Lo fa gratuitamente perche` ha capito che alla sua eta` e nelle sue condizioni, non sono i soldi cio` che gli serve, ma il calore umano e l`emozione che i racconti di viaggio e di posti lontani possono ancora trasmettergli.
Parla su quelle panchine ormai da anni e continuera` fino a che ne avra` la possibiilita`.
Credo proprio che domani pomeriggio andro` a farmi insegnare qualcosa di piu` di qualche nuova parola inglese.
Le amicizie a queste latitudini sono particolari, questa e` una delle ragioni per cui amo questo posto...

Sincerely yours, Saggioman

giovedì 24 settembre 2009

Comprare le attese

So che ci si aspetterebbe che nel primo post scritto da Sydney vi parli di quanto sia stato bello ieri passeggiare per km nella spiaggia di Dee Why e inoltrarsi per qualche passo nella laguna separata dall'oceano solo da una lingua di sabbia , ma voglio stupirvi e parlarvi dell'insegnamento più grande di questo lungo viaggio aereo verso l'Australia.
Cosa fa una persona per trascorrere 5 ore nell'attesa del suo prossimo volo all'eaeroporto? Beh io mi sono imposto di trascorrere quelle ore a Heathrow senza spendere una sterlina; questo esperimento mi ha regalato diversi spunti di rilessione. Non sappiamo fare niente senza spendere, ciò si rende evidente quando siamo in situazioni in cui siamo messi di fronte alla nostra intrinseca solitudine. L'intrinseca solitudine nel quotidiano la si nasconde condividendo spazi con persone che in definitiva non conosciamo nemmeno. Ma quando oltre che naturalmente soli, siamo anche fisicamente soli, come nel mio lungo viaggio, scopriamo di non sapere avere a che fare con noi stessi senza spendere denaro. Così gli aeroporti sono pieni di cianfrusaglie inutili che le persone comprano per passare tempo, anche solo cinque minuti per non avere a che fare con un se stesso sempre più alieno. Si comprano bibite e non le si finisce nemmeno, si comprano cartoline che resteranno nelle borsette senza essere spedite, si spende 1 sterlina ogni dieci minuti di navigazione per stordirsi di internet e così via. Siamo stati istruiti a spendere e basta. Comprare un panino e una bibita sarebbe costato circa 7 sterline. Il panino l'ho portato da casa, pane fresco, prosciutto appena affettato e pomodori del mio orto. Sicuramente non ho fatto la figura del Lord, ma ho mangiato più sano e ho speso 70 cents al massimo. Non ho perso quel tempo in fila alla cassa che dà sollievo a tutti perchè sottrae dalla noia dello stare con noi stessi.
Non ho avuto nessun espediente, nessun ingresso in negozi, nessuna coda, niente cambio di denaro al bureau de change. Sono stato da solo e non mi sono annoiato! Ho visitato la sala multiconfessionale delle preghiere, con 4 musulmani che vi pregavano. Ho scrutato le facce che riempivano l'aeroporto per percepire la grande multietnia londinese. Ho notato come le persone corrono sempre, per un motivo o per l'altro sono sempre di fretta.
Ho iniziato a scrivere un diario di viaggio e ho letto un intero libro. In queste ore ho imparato un principio che per le successive 23 ore mi sarebbe stato fondamentale: chiamare le attese "attese" è sbagliato perchè ci porta a pensare che sia tempo buttato, che non vale la pena di vivere. L'attesa è un tempo precedente ad un evento finalmente importante, e durante quelle ore non si fa che pensare ad esso. Proiettandoci nel futuro viviamo male l'"attesa", e proviamo noia o altri sentimenti negativi. Considerando quel tempo inutile facciamo cose inutili e spendiamo denaro per guadagnare il quale sacrifichiamo le nostre vite. Così in questo viaggio ho dato importanza a ciascun momento, senza pensare quasi per niente al momento in cui avrei rimesso piede in Australia. Il tempo è trascorso intensamente e ciò mi ha permesso di vivere da solo un viaggio molto lungo in maniera ottimale.
Non spendere denaro all'aeroporto di Londra è stato solo un piccolo gioco, ma mi ha permesso di riflettere ancora una volta sul fatto che se non fuggiamo da noi stessi possiamo sempre migliorare, magari di poco, ma migliorare.

Sincerely yours, Saggioman

martedì 15 settembre 2009

A sessantacinque anni

A sessantacinque anni, quando sarò in pensione, finalmente mi godrò la vita! Smetterò di lavorare 8/10 ore al giorno, e passerò i miei pomeriggi sorseggiando thè freddo in una spiaggia caraibica. Ah, sì, quella si che sarà vita. Nel frattempo mi prendo qualche decennio per pagare il mutuo di una casa di 70 metri quadrati in provincia, uscirò un sabato sì e uno no, per le feste una pizza in compagnia e farò l'amore di venerdì o di sabato perchè solo così riuscirò a non pensare al lavoro del giorno dopo. Tutte le estati farò una lunga fila di 5, 6 o 7 ore per arrivare in un hotel sull'adriatico dove, spendendo uno stipendio, mi daranno anche due lettini e una sdraio in trentesima fila a 20 cm di distanza da altri sconosciuti. Inizierò piano piano a capire che la vita non è come me l'aspettavo da ragazzino, e ne avrò addirittura conferma quando alla radio scoprirò che il significato di "What a wonderful life" (cantata da Black) era stato frainteso poichè l'autore voleva significare proprio il contrario di quello che viene comunemente inteso.
Riflettendoci, probabilmente a sessantacinque anni non avrò assolutamente voglia di godermi una vita che ho imparato a vivere con disillusione e distacco.
O peggio, alla pensione non ci arriverò mai, come è accaduto al padre di una mia amica morto proprio ieri in un tragico incidente.
Fino ad ora, e sono passati 11 mesi, il mio 110 e lode in giurisprudenza sono riuscito a tenerlo nel cassetto.
Per ottenerlo ho dovuto convincermi che a 65 anni mi sarei goduto la vita, e nei cinque anni che mi sono serviti per laurearmi ho vissuto la vita...con (il sopra citato) distacco, lontano da tentazioni che avrebbero potuto rallentare la mia performance.
In questi undici mesi invece ho amato molto, viaggiato molto, letto molto, mi sono avvicinato alla cultura yogica e ho scoperto il mio grande amore per la natura.
Ho evitato la carriera per darmi tempo e cercare la mia strada mantenendomi nel frattempo con qualche piccolo guadagno derivante dai mercati finanziari.
Tra pochi giorni partirò nuovamente per l'Australia, è la terra che mi ha aperto le porte della felicità immensa che provo da quando ho cambiato approccio verso la vita.
Sto cercando di godermi il più possibile la vita da giovane perchè sono in salute, sono sereno, sono ingenuo e posso permettermelo ancora con poco denaro, ma soprattutto perchè ha senso innamorarsi della vita all'inizio dell'Avventura, non quando ormai è troppo tardi.

Sincerely yours, Saggioman