Il tempo per gli Aborigeni non e' lineare, ci penso da giorni.
Ricordo quanto mi pesasse da ragazzino, fino a qualche anno fa a dire il vero, andare a lavorare con mio padre in cantiere. Pensavo fosse una cosa terribilmente faticosa e noiosa.
In questi mesi in cui ho avuto l'opportunita' di visitare l'Aboriginal Tent Embassy, ho capito finalmente quanto importante fosse l'aver condiviso con mio padre tutti quei lunghi momenti.
Moltissime cose accadute al Sandon Point infatti avevano un aggancio con qualche episodio del passato che mio padre mi aveva raccontato.
Su tutti, il rapporto con la natura rappresentato da una solida conoscenza delle piante commestibili, ornamentali, medicali o utilizzabili per estrarne sapone o profumi.
Uncle Dootch me ne ha sempre parlato, e io gli rispondevo che mio padre, durante la sua infanzia in Sicilia, conosceva perfettamente l'importanza e l'utilita' delle piante e dell'ambiente.
Sicilia e Aborigeni a confronto...incredibile no?
Camminare scalzi per chilometri, lavarsi nei corsi d'acqua naturali, vivere in baracche o in stalle; tutte cose fatte anche da mio padre nella sua infanzia.
Nei mesi precedenti le lunghe chiacchierate con Uncle Dootch hanno prestato il fianco a molte riflessioni introspettive, tra cui una e' senza dubbio: il mio interesse e la mia forte propensione alla comprensione della cultura Aborigena probabilmente hanno le loro radici nei racconti di mio padre, molti dei quali ebbero luogo proprio in cantiere.
Molti sono stati i flash-back aventi ad oggetto l'esperienza del lavoro con mio padre, soprattutto quando mesi fa ho aiutato Uncle Dootch e Dan a costruire la sand dome, il museo di sabbia e cemento.
Lavorare scalzo, fare l'intonaco con una betoniera senza motore, usare l'acqua del torrente e la sabbia della spiaggia mi portavano incessantemente con la mente ai racconti dell'infanzia di mio padre.
Cosi' lunedi', verso mezzogiorno, io e mio padre decidiamo di partire alla volta della Tent Embassy.
Arrivati in prossimita' dell'Ambasciata, mi dimostra immediatamente che il mio lungo accostare la sua cultura ai discorsi fatti da Uncle Dootch era fondato.
Ha subito riconosciuto piante e verdure locali, parenti di quelle selvatiche che nascono spontaneamente in Sicilia. Improvvisamente ne ha strappata una e se l'e' mangiata; ``e' commestibile, questa la mangiavo sempre da ragazzino``.
La macchia fatta di boscaglia si dirada, inizia il prato e a pochi metri da noi si apre la fantastica spiaggia di fronte alla quale si trova l'Ambasciata. Le bandiere aborigene sventolano fiere, mentre la loro fierezza contrasta con l'assoluta poverta' e sporcizia delle baracche che compongono l'Ambasciata (tutto infatti e' costituito da materiali riciclati, recuperati da discariche).
Troviamo sette persone attorno a un fuoco. Oggi non ci sono ne' Uncle Dootch ne' Patrick. In compenso ci sono i miei amici Mary e Dan.
Gli altri ospiti sono viaggiatori spinti dal desiderio di fare volontariato e il nipote di Uncle Dootch scampato per miracolo al ciclone in Queensland.
La situazione sarebbe tale da mettere qualsiasi genitore a disagio. Ma non mio padre. Non un giudizio, non una critica, non una risatina sulla sporcizia del posto o delle persone. Non una battuta sul look di Dan: capelli lunghissimi, barba con dreadlock, un bastoncino infilato orizzontalmente sotto al naso e abiti da figlio dei fiori.
Per prima cosa, ho deciso di portarlo a visitare il museo fatto di sacchi di sabbia e cemento. Vi abbiamo trascorso molto tempo, perche', come immaginavo mentre nei mesi scorsi vi lavoravo, le semplici e antiquate tecniche di realizzazione lo hanno assolutamente incuriosito.
Dopodiche' siamo tornati attorno al fuoco e abbiamo bevuto un ''buon'' caffe' scaldato sul fuoco offertoci dalla gentilissima Mary.
Un po' goffamente mio padre incomincia a parlare con Dan, Mary e Thomas (il nipote di Uncle Dootch), e ovviamente il mio intervento da interprete si e' reso necessario. Ho avuto la conferma del fatto che mio padre e' davvero una persona curiosissima, senza grossi pregiudizi ed aperta al prossimo. Ha capito l'essenza dell'esperienza, ha trasmesso rispetto ai ragazzi presenti alla Embassy, ha colto quello che doveva cogliere. Ha saputo creare un'affinita' spirituale con quelle persone senza condividerne la lingua che era assolutamente commovente.
Sicuramente l'accostamento piu' bello e' stato quello tra gli animali totemici aborigeni e la cultura folkloristica siciliana/italiana. Ha saputo cogliere immediatamente l'importanza del legame simbiotico con la natura e i suoi riflessi nella vita quotidiana e nella filosofia aborigena.
Ho capito che molto di quello che oggi mi rende una persona curiosa e rispettosa delle differenze culturali, proviene da mio padre, una persona non estremamente dotta, ma sicuramente dotata di una grande empatia e sete di sapere.
E' stata una giornata incredibile, di quelle da ricordare, di quelle che hanno fatto da ponte tra il mio passato ed il mio futuro.
Il tempo per gli Aborigeni non e' lineare e gli episodi sono interconnettibili.
Mi piace pensare che nello stesso tempo in cui ci trovavamo assieme nel piccolo museo aborigeno e spiegavo a mio padre come avevo lavorato alla sua realizzazione, scalzo, senza elettricita' e senza acqua corrente, in un altro tempo, qualcosa stava accadendo. Mi piace pensare che contemporaneamente ci trovavamo in cantiere in Italia e mentre io gli passavo i mattoni, lui mi raccontava della sua infanzia, di quando andava a scuola scalzo, o andava a prendere l'acqua al pozzo, del rapporto con la natura e delle tradizioni piu' antiche. In quel momento non capivo che i mattoni che gli passavo, erano i mattoni che avrebbero costruito le fondamenta della mia cultura e della mia personalita'.
Sincerely yours,
Saggioman
semplicemente stupefacente Camma.
RispondiEliminaTi cito questo detto orientale: "perchè cerchi il bene in una terra lontana quando esso cresce vicino alla porta della tua casa?"
Solo per dire che anche ciò che si in famiglia o nel proprio paese, guardato con i giusti occhi, può insegnarci molto.
Continua così, Buon viaggio!
Grazie Luca!
RispondiEliminatu sei un esempio vivente di come mettere in pratica quel detto:)
un abbraccio