lunedì 21 febbraio 2011

il grande walkabout della vita


Gli Aborigeni partono per i loro walkabouts e percorrono le loro song-lines attraversando i luohi sacri per comprendere chi sono e da dove vengono. Cio' in molte comunita' segna il passaggio alla maggiore eta', o, a coloro i quali sono gia' stati iniziati, permette di raggiungere chiarezza interiore.

In questi giorni mi domando spessissimo: che ne e' stato del vecchio me in tutto questo turbine di esperienze ed emozioni?

Sono dentro un mondo a parte, fatto di sole, mare, delfini, canguri...case talmente grandi da ospitare piste di atterraggio per deltaplani, notti in tenda alla Tent Embassy, walkabout con il mio amico aborigeno, bagni nelle cascate, compleanni in infradito e ghirlanda di fiorni in spiaggia, bagni al tramonto, beach volley all'alba.
Ho deciso che tentero' il dottorato a Byron Bay, la citta' hippy d'Australia, dove tutto avra' un altro sapore e le avventure saranno totalmente diverse.
Nel frattempo ho iniziato ad insegnare italiano. Lo studente piu' in gamba e' il ragazzo del martedi' sera, con il quale finisco sempre la lezione con una frase d'amore che lui recita immediatamente al telefeono alla ragazza (di origine italiana).
Tre giorni alla settimana seguo un corso di business che durera' fino alla probabile data di inizio del dottorato. Mi sento come alle superiori, a volte le lezioni si fanno incredibilmente noiose, ma poi, tanto attesa, e' la pausa pranzo in spiaggia con tanto di bagno in mare a salvarci.
A volte pero' le conversazioni si fanno interessantissime. Infatti la multietnicita' della classe permette di confrontarci sui temi piu' disparati.
Studio moltissimi libri di cultura aborigena e di storia australiana. Continuo a frequentare la Tent Embassy e sto aiutando un'associazione aborigena nella progettazione e sviluppo di attivita' turistico-culturali.

In tutto questo, ormai dieci giorni fa, i miei genitori e due amici ci hanno raggiunto.
L'immagine emblematica di questi loro primi giorni qui e' quella di mia madre mentre cammina al tramonto a Shelly Beach con una birra in mano e cappellino in testa verso me, mia sorella e i nostri amici. Un barbeque al tramonto come moltissimi altri in questa lunga estate australiana, ma quell'immagine per un attimo mi ha fatto brillare qualcosa, un'emozione che ormai avevo dimenticato.
Otto mesi lontano dai miei genitori. Ho visitato l'Asia e ho vissuto in casa da solo in Australia. Mi domandavo da un po' in cosa fossi cambiato. Ma questa creatura che cresce e che cambia con te e in te, e' difficile da interpretare senza l'opinione di chi non ti vede da parecchio.
L'arrivo dei miei, e la loro reazioni ai miei comportamenti mi hanno chiarito le idee.
Ho perso molte inibizioni che avevo prima, sono piu' libero mentalmente, scherzo e rido di piu'.
Mia madre dice che sono ``strano``, con preoccupazione, a mio parere perche' il figlio che conosceva era il tranquillo ragazzo posato, fidanzato da anni, prevedibile e misurato negli atteggiamenti.
La verita' e' che ora come ora non saprei piu' come tornare indietro: come vivere in casa con i miei, come avere una fidanzata fissa con la mentalita' che avevo prima, come stare seduto sul divano a guardare la televisione, come prendere la macchina per uscire la sera, come stare fermo in un posto senza differenze culturali, come sentire sempre la gente lamentarsi, aspettare il weekend per fare qualcosa di divertente, non conoscere mai gente nuova...
Tutto il mio vivere quotidiano e' cambiato, e il riflesso in me sta nell'esasperazione dell'indipendenza e nella leggerezza delle decisioni.
Ancora non capisco bene la situazione in cui mi sono cacciato, la lontanza dalla famiglia e dagli amici, i soldi spesi nei viaggi, gli anni che nel frattempo trascorrono...pero' e' il mio walkabout nella grande song-line chiamata vita, e sicuramente un domani potro' dire di avere vissuto in un periodo a cavallo tra sogno e realta' in cui ogni giorno qualsiasi cosa poteva accadere.

Sincerely yours,

Saggioman